DIRITTO DI ABITAZIONE CONIUGE SUPERSTITE E PLURALITA' IMMOBILI - Cass. civ. Sez. II Sent., 10-03-2023, n. 7128

Il diritto reale di abitazione, riservato al coniuge superstite dall'art. 540, comma 2, c.c., ha ad oggetto la sola "casa adibita a residenza familiare", e cioè l'immobile in cui i coniugi abitavano insieme stabilmente prima della morte del "de cuius", quale luogo principale di esercizio della vita matrimoniale; ne consegue che tale diritto non può comprendere due (o più) residenze alternative, ovvero due (o più) immobili di cui i coniugi avessero la disponibilità e che usassero in via temporanea, postulando la...

TESTAMENTO SENZA INDICAZIONI CATASTALI - Cass. civ. Sez. II Ord., 06-04-2023, n. 9472

Il testamento - olografo o pubblico che sia - non deve necessariamente contenere, a pena di nullità, le indicazioni catastali e di configurazione degli immobili cui si riferisce, essendo invece sufficiente, per la validità dell'atto, che tali beni siano comunque identificabili senza possibilità di confusione,salva la necessita, la quale peraltro non attiene ad un requisito di regolarità e validità del testamento, che gli eredi, in sede di denuncia di successione e di trascrizione del testamento medesimo, provvedano essi ad indicare specificamente gli...

SUCCESSIONE - RINUNCIA A FAR VALERE IL TESTAMENTO - Cass. civ. Sez. II Ord., 21-03-2022

Ai fini della validità della rinuncia a far valere il testamento, occorre l'accordo di tutti i coeredi da redigere per atto scritto, a pena di nullità, se nella successione sono compresi beni immobili, poichè detto accordo, importando una modificazione quantitativa delle quote, tanto dal lato attivo che da quello passivo, si risolve in un atto di disposizione delle stesse.

 

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LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA CIVILE

Composta dagli Ill.mi...

SUCCESSIONE - Immobili non divisibili - Cass. civ. Sez. II Ord., 08-09-2021, n. 24174

Nel giudizio di divisione, la domanda di attribuzione di un immobile indivisibile non ha natura negoziale, ma costituisce una mera specificazione della pretesa introduttiva del processo volta a porre fine allo stato di comunione, sicché, afferendo alle modalità di attuazione dello scioglimento della comunione, non costituisce domanda in senso proprio e può perciò essere proposta per la prima volta anche in appello. Ne deriva, pertanto, il diritto delle parti del giudizio divisorio di mutare, anche in sede di appello, le proprie conclusioni e richiedere per...

SUCCESSIONE - Divario di valore fra quota di disponibile e beni attribuiti con testamento - Cass. civ. Sez. II Sent., 08-09-2021, n. 24169

L'istituito nella disponibile, qualora riceva con testamento beni di valore inferiore, per porre rimedio al divario fra quota e porzione, non ha un'azione assimilabile a quella di riduzione, che compete ai soli legittimari per la reintegrazione della quota di riserva, ma, nel concorso dei presupposti previsti dall'art. 763 c.c., può esercitare l'azione di rescissione per lesione, ammessa anche nel caso di divisione del testatore.

 

 

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LA CORTE...

L'USO DI TESTAMENTO FALSO E' CAUSA DI INDEGNITA' A SUCCEDERE - Cass. civ. Sez. VI - 2 Ord., 14-09-2020, n. 19045

In tema di successioni, la formazione o l'uso consapevole di un testamento falso è causa di indegnità a succedere se colui che viene a trovarsi nella posizione di indegno non provi di non aver inteso offendere la volontà del "de cuius", perché il contenuto della disposizione corrisponde a tale volontà e il "de cuius" aveva acconsentito alla compilazione della scheda da parte dello stesso nell'eventualità che non fosse riuscito a farlo di persona ovvero che il "de cuius" aveva la ferma intenzione di provvedervi...

NULLITA' DEL TESTAMENTO - INTERESSE AD AGIRE - Cass. civ. Sez. VI - 2 Ord., 10-04-2020, n. 7784

In materia testamentaria, l'attore che impugni il testamento, ed è dunque titolare della legittimazione ad esercitare le azioni di nullità ed annullamento, non è esentato dal dimostrare la sussistenza di un proprio concreto interesse ad agire, per cui l'azione stessa non è proponibile in mancanza della prova, da parte del medesimo attore, della necessità di ricorrere al giudice per evitare, attraverso la rimozione degli effetti del testamento impugnato, una lesione attuale del proprio diritto ed il conseguente danno alla propria sfera...

SUCCESSIONE - DIVISIONE - EFFETTI SENTENZA - Tribunale Roma Sez. IV Sent., 03-09-2019

In tema di comunione ereditaria, il principio della natura dichiarativa della sentenza di divisione opera esclusivamente in riferimento all'effetto distributivo, per cui ciascun condividente è considerato titolare, sin dal momento dell'apertura della successione, dei soli beni concretamente assegnatigli e a condizione che si abbia una distribuzione dei beni comuni tra i condividenti e le porzioni a ciascuno attribuite siano proporzionali alle rispettive quote; non opera, invece, sicché la sentenza produce effetti costitutivi, quando ad un condividente siano assegnati...

LESIONE DI LEGITTIMA - DOMANDE NUOVE IN APPELLO - Cass. civ. Sez. II Sent., 06-11-2018, n. 28272 (rv. 651381-01)

Nel giudizio di riduzione per lesione della legittima, come anche in quello di divisione, è esclusa la possibilità di allegare ovvero provare, per la prima volta in appello, l'esistenza di altri beni idonei ad incidere sulla determinazione del "relictum" e, conseguentemente, dell'effettiva entità della lesione, dovendo il potere di specificazione della domanda manifestarsi nel rispetto delle preclusioni previste dal codice di rito. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha chiarito che, in appello, le richieste di ricostruzione del...

NOTAIO - ATTO NOTARILE - SUCCESSIONE - Cass. civ. Sez. III Ord., 19-07-2018, n. 19219

L'adempimento secondo diligenza dell'incarico di ricevere l'atto di accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario impone al notaio, in una prospettiva finalistica, di illustrare al cliente il contenuto e gli effetti dell'atto, avvertendolo dunque anche degli ulteriori adempimenti necessari affinché lo scopo perseguito possa essere raggiunto; in capo al notaio, perciò, deve ritenersi sicuramente sussistente "l'obbligo di informare i clienti sulla procedura per addivenire alla formazione...

SUCCESSIONE - ACCETTAZIONE EREDITA' - Cass. civ. Sez. VI - 5 Ord., 17-07-2018, n. 19030

La delazione che segue l'apertura della successione, pur rappresentandone un presupposto, non è di per sé sola sufficiente all'acquisto della qualità di erede, perché a tale effetto è necessaria anche, da parte del chiamato, l'accettazione mediante "aditio" oppure per effetto di "pro herede gestio" oppure per la ricorrenza delle condizioni di cui all'art. 485 c.c. Spetta, dunque, a colui che agisca in giudizio nei confronti del preteso erede per debiti del "de cuius", l'onere di provare,...

SUCCESSIONE - DONAZIONE - Cass. civ. Sez. II, 31-05-2018, n. 13868

L'attribuzione testamentaria del c.d. "usufrutto generale" sui beni del de cuius, se in linea generale può essere ricondotta all'istituto del legato ("in conto di legittima" se in favore di un legittimario) non esclude la qualità di erede in capo all'assegnatario, qualora da altre disposizioni della scheda si desuma l'intento di attribuire allo stesso una quota astratta dell'eredità. E' quindi sempre necessario ricercare la volontà del testatore attraverso la lettura di tutte le disposizioni che compongono il...

SUCCESSIONE - RINUNCIA ALL'EREDITA' - Cass. civ. Sez. V Ord., 30-05-2018, n. 13639

Il chiamato all'eredità, che abbia ad essa rinunciato, non risponde dei debiti del "de cuius", in quanto la rinuncia ha effetto retroattivo ai sensi dell'art. 521 c.c., senza che, in ragione di ciò, assuma rilevanza l'omessa impugnazione dell'avviso di accertamento notificato al medesimo dopo l'apertura della successione, stante l'estraneità di detto chiamato alla responsabilità tributaria del "de cuius", circostanza che è, di conseguenza, legittimato a far valere in sede di opposizione alla...

SUCCESSIONE - TESTAMENTO - INTERPRETAZIONE - Cass. civ. Sez. II Ord., 07-05-2018, n. 10882

L'interpretazione del testamento, cui in linea di principio sono applicabili le regole di ermeneutica dettate dal codice in tema di contratti, con la sola eccezione di quelle incompatibili con la natura di atto unilaterale non recettizio del negozio "mortis causa", è caratterizzata, rispetto a quella contrattuale, da una più penetrante ricerca, aldilà della dichiarazione, della volontà del testatore, la quale, alla stregua dell'art. 1362 c.c., va individuata con riferimento ad elementi intrinseci alla scheda testamentaria, sulla...

USUCAPIONE - COMUNIONE EREDITARIA - Cass. civ. Sez. II Ord., 03-05-2018, n. 10494

In tema di comunione, non essendo ipotizzabile un mutamento della detenzione in possesso, né una interversione del possesso nei rapporti tra i comproprietari, ai fini della decorrenza del termine per l'usucapione è idoneo soltanto un atto (o un comportamento) il cui compimento da parte di uno dei comproprietari realizzi l'impossibilità assoluta per gli altri partecipanti di proseguire un rapporto materiale con il bene e, inoltre, denoti inequivocabilmente l'intenzione di possedere il bene in maniera esclusiva.

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